Fresca e bilanciata, Grimbergen Blanche si riconosce dal suo aspetto velato color giallo paglierino e una piacevole schiuma bianca. All’olfatto, si possono apprezzare aromi fruttati, di agrumi, chiodi di garofano e coriandolo uniti a note di cereali e vaniglia.

Al gusto, questa rinfrescante birra sviluppa a pieno il carattere fruttato e agrumato che ricordano quelli del bergamotto.

Gradi alcolici 6,0% vol.

CURIOSITA’

Nata come birra d’abbazia nel XII secolo, la Grimbergen viene oggi prodotta a livello industriale dal gruppo Alken-Maes ma non per questo ha perso in qualità, e nemmeno in fascino. Esistono diverse tipologie di Grimbergen, tutte da scoprire, ideali sia per chi cerca una bevanda leggera e rinfrescante sia per i cultori della birra che amano le specialità da degustazione ad alta gradazione alcolica.

Situata pochi chilometri a nord di Bruxelles, la cittadina di Grimbergen ospita l’omonima abbazia che venne fondata nel 1128 da San Norberto di Xanten e nella quale i monaci premonstratensi (norbertini) iniziarono a produrre birra in epoche medievali. La sua storia fu piuttosto travagliata, dal momento che più volte il complesso monastico venne distrutto e ricostruito; tuttavia la produzione birraria fu sempre tramandata da una generazione di monaci a quella successiva. Un duro colpo venne però inferto dalla secolarizzazione che seguì alla Rivoluzione francese, quando in seguito alla chiusura dei monasteri la birrificazione cessò del tutto.

Dopo essersi ristabiliti definitivamente a Grimbergen, i monaci si appoggiarono nel ‘900 ad aziende esterne per la produzione di birra, esattamente come accadde ad altre celebri birre d’abbazia (Bonne Espérance, Tongerlo, Leffe…) il cui marchio venne ceduto a grandi gruppi del settore. Prima di essere acquisita definitivamente dal gruppo Alken-Maes nel 2008, la Grimbergen veniva prodotta dalla Scottish & Newcastle PLC.

Una curiosità: su ogni bottiglia di birra Grimbergen si può notare, disegnata in etichetta, una fenice corredata dell’espressione latina “Ardet nec Consumitur”, che significa “Brucia ma non si consuma”. Emblema e motto stanno a simboleggiare la tenacità dei monaci che continuarono a ricostruire la loro abbazia in seguito a ogni distruzione avvenuta nel corso della storia.

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